Con il termine condizionamento si è soliti indicare il meccanismo in base al quale si crea un’associazione tra uno stimolo neutro e una risposta non correlata direttamente con lo stimolo stesso. Si tratta di una forma di apprendimento che iniziò ad essere studiato agli inizi del ‘900 e che numerosissimi campi di applicazione anche nella nostra vita quotidiana.

Condizionamento classico

Il primo a studiare il condizionamento classico fu Ivan Plavov nel 1927, il quale osservò come alcuni cani creassero un’associazione transitoria tra uno stimolo somministrato dallo sperimentatore e una risposta comportamentale messa in atto dall’animale.

I cani di Pavlov

Pavlov sperimentò che i cani riuscivano a unire uno stimolo condizionato, ovvero uno stimolo neutro individuato dallo sperimentatore (un suono), a una risposta generalmente presentata automaticamente (erogazione di cibo), detta stimolo incondizionato. Il cane dopo aver ascoltato il suono, stimolo condizionato, e visto il cibo, stimolo incondizionato, cominciava a salivare, risposta incondizionata. Succedeva che dopo ripetute esposizioni all’associazione stimolo-risposta, il cane iniziava a salivare non appena sentiva il suono e senza ricevere il cibo sviluppando quindi una risposta condizionata.

Pavlov, successivamente, osservò che se lo stimolo condizionato non era somministrato in maniera sistematica, e alla fine non era neppure più somministrato, allora la risposta condizionata perdeva di efficacia fino a scomparire del tutto. Questo fenomeno prende il nome di estinzione.

In ogni caso il ricordo dell’associazione tra lo stimolo e la risposta condizionata rimaneva nella memoria dell’animale. Infatti, ripresentando lo stimolo condizionato, la risposta condizionata ricompariva ancora una volta, ma in questo caso bastavano minori interazioni stimolo-riposta.

Ambiti di applicazione

Il condizionamento classico è considerato il percorso di origine da cui nascono le fobie specifiche. La persona crea cioè un’associazione tra uno stimolo (es. ragni) e una risposta di intensa ansia e paura. Inoltre secondo la teoria della generalizzazione dello stimolo, una risposta condizionata, una volta appresa, può essere dettata anche da stimoli simili a quello iniziale, per associazione appunto, in base a caratteristiche fisiche misurabili (suoni o aspetto per esempio), o in base a somiglianze emozionali o simboliche. In questo modo quindi se si ha paura dei serpenti, ogni qualvolta si vedrà un prato o delle rocce, potrebbero presentarsi degli stati di ansia, e la persona che soffre di tale fobia, tenderá ad evitare qualsiasi situazione che includa di avvicinarsi a un campo.

Condizionamento operante

Il paradigma del condizionamento operante fu ideato da Burrhus Skinner attraverso l’utilizzo di una scatola denominata per l’appunto Skinner box: una gabbia in cui la cavia poteva esplorare liberamente l’ambiente e compiere comportamenti come pigiare una leva o premere un tasto. Alcuni comportamenti messi in atto dalla cavia erano rinforzati, il che rendeva più probabile la ripresentazione, in futuro, del comportamento stesso. Ad esempio, se un piccione cavia scopriva che il premere un tasto portava all’erogazione del cibo (rinforzo), allora lo ripeteva più e più volte. Tuttavia se per un certo periodo lo stesso comportamento non riceve più alcun rinforzo questo tenderà ad essere abbandonato dalla cavia nel processo che prende il nome di estinzione.

Rinforzi e punizioni

I numerosi esperimenti hanno portato Skinner a classificare le diverse componenti del condizionamento operante.

  • Rinforzo positivo: alla messa in atto di un comportamento ne consegue una conseguenza gradita creando un’associazione tra l’azione e la conseguenza positiva;
  • Rinforzo negativo: uno stimolo spiacevole viene cessato e allontanato alla messa in atto di un comportamento:
  • Punizione: si somministra una conseguenza negativa alla messa in atto di un comportamento, questo rende il comportamento meno probabile, ma non lo estingue.

I rinforzi inoltre possono essere distinti in funzione della loro somministrazione alla cavia

  • Rinforzo Costante: viene fornito ogni volta che si attua il comportamento di interesse, in questo caso l’apprendimento è molto rapido, ma tende anche più rapidamente all’estinzione in caso di mancato rinforzo;
  • Rinforzo intermittente: Il rinforzo viene fornito in certi intervalli di tempo o dopo un certo numero di volte in cui si presenta il comportamento, si avrà un apprendimento più lento, ma anche più una lenta tendenza all’estensione.

Ambiti di applicazione

L’applicazione del paradigma del condizionamento operante nella vita quotidiana è evidente: a ciascuno di noi risulta chiaro come sia più piacevole mettere in atto dei comportamenti se questi determinano una qualche forma di ricompensa.

Tuttavia per rimane nell’esempio delle fobie, è interessante notare come queste nascano da un condizionamento classico e siano mantenute da un condizionamento operante. L’ansia costituisce una sensazione spiacevole vissuta da chi soffre di una qualche forma di fobia. Per allontanarla la persona si allontanerà dall’oggetto fobico apprendendo che per non provare ansia dovrà evitare determinati stimoli o situazioni. L’evitamento è una pratica disfunzionale, ma tende a radicarsi profondamente nel modo di agire e pensare dell’individuo in quanto costituisce un rinforzo negativo.

Bibliografia

  • Skinner, B. F. (1954). The science of learning and the art of teaching. Harvard Educational Review, 24(2), 86-97.
  • Skinner, B. F. (1968). The Technology of Teaching. Appleton-Century-Crofts, New York
  • Konorski, J. (1970). Integrative activity of the brain. An interdisciplinary approach, Chicago-London.
  • Pavlov, I. P. (1927). Conditioned reflexes. An investigation of the physiological activity of the cerebral cortex, London.
  • Spence, K. W. (1956) Behavior theory and conditioning, New Haven.