La fobia è una paura, intensa, persistente e duratura, provata per una specifica cosa. Ma come è possibile riconoscerla? Si tratta di una manifestazione emotiva sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia.
Sintomi delle Fobie
I sintomi fisiologici provati da chi soffre di fobie sono: tachicardia, vertigini, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza, fino ad un vero e proprio attacco di panico. Ovviamente, tali manifestazioni patologiche si attuano solo alla vista della cosa temuta o al pensiero di poterla vedere.
Fobie ed evitamenti
I fobici tendono a evitare le situazioni associate alla paura, ma alla lunga questo meccanismo diventa una vera e propria trappola. Infatti, l’evitamento non fa altro che andare a conferma la pericolosità della situazione evitata e non consente all’individuo di sperimentare l’inoffensività della cosa temuta preparando, in questo modo, all’evitamento successivo. Si crea, così un circolo vizioso, che da una parte porta a essere sfiduciati nelle proprie capacità e dall’altra compromette le relazioni sociali, perché pur di evitare la cosa temuta si è pronti a rinunciare anche a situazioni sociali. Ad esempio chi ha la fobia degli aghi e delle siringhe può rinunciare ai controlli medici; chi ha paura dei piccioni non attraversa le piazze, chi teme i cani, eviterà tutte le situazioni in cui saranno presenti, e così via.
Principali tipi di Fobie
Le fobie si dividono in due grandi categorie accomunate dallo sviluppo di un forte stato di ansia o paura e la tendenza all’evitamento. Le fobie generalizzate sono pervasive e spesso il soggetto non ha bisogno di uno stimolo esterno per provare paura o ansia, è infatti la sua stessa percezione della realtà che crea il pericolo in ogni aspetto della vita. Le principali fobie generalizzate sono:
- Agorafobia: ansia e timore relativi al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sia difficile allontanarsi o ricevere aiuto in caso di sintomi di panico
- Fobia Sociale: paura di situazioni sociali in cui l’individuo sente che agire di fronte agli altri può essere fonte di imbarazzo, umiliazione e giudizi negativi.
Si parla di fobie specifiche quando l’ansia e la paura sono legate a situazioni o cose circoscritte e isolate. Esistono moltissime fobie specifiche, ma tutte possono essere classificate in 5 grandi categorie.
Sottotipi di fobie specifiche
- Tipo situazionale. Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica: spazi chiusi (claustrofobia), volare (aviofobia), guidare (amaxofobia), ascensori, ponti;
- Tipo animali. La particolarità di questa fobia specifica è che affonda le sue radici nelle fasi primordiali dell’evoluzione della specie umana: è infatti grazie alla paura di animali pericolosi che l’uomo ha attuato strategie comportamentali di evitamento e fuga che ha permesso di arrivare ai giorni nostri. Ragni (aracnofobia), insetti (entomofobia), serpenti (ofidiofobia), uccelli (ornitofobia), roditori (musofobia), cani (cinofobia), gatti (ailurofobia), pesci (ittiofobia);
- Tipo ambiente naturale. Alcuni esempi: temporali (brontofobia), altezze (acrofobia), buio (scotofobia), acqua (idrofobia);
- Tipo sangue-iniezioni-ferite. Questa fobia specifica è caratterizzata da un’alta familiarità. Vedere il sangue (emofobia), ricevere una puntura (aichmofobia), sottoporsi a procedure mediche invasive assistere a un intervento chirurgico;
- Altro tipo. In questo caso la paura è scatenata da altri stimoli come. Esiste una particolare forma di fobia che riguarda il proprio corpo o parti di esso che la persona percepisce come sproporzionate, inguardabili, orribili rispetto a come realmente si mostrano (dismorfofobia). Altri esempi sono: soffocare (anginofobia), pagliacci e maschere (coulrofobia), bambole (pediofobia), rumori forti (liguirofobia).
Come nascono le fobie
La fobia specifica può svilupparsi in vari modi: generalmente in seguito ad un evento connotato negativamente (per esempio essere attaccati da un animale) avviene un’associazione per la quale si collega lo stimolo che ha generato il disagio (l’animale che ci ha attaccati) con la sensazione di malessere che si è sperimentata, trasformandolo in uno stimolo fobico. Anche l’osservazione passiva può generare una fobia specifica: se un elemento ha fatto del male ad altri potrebbe farlo anche alla persona che osserva, pertanto si crea lo stesso meccanismo di associazione e genera una fobia. L’associazione è ancora più forte se durante un’esperienza si ha un attacco di panico. In questo caso la persona collega quello che stava facendo o osservando alla sensazione di malessere e forte ansia dell’attacco. Infine le fobie specifiche possono generarsi dalla trasmissione di informazioni su qualche argomento da parte di altri. La persona si preoccupa, rimugina sulla pericolosità di quello che ha appreso e se viene presa dall’ansia può sviluppare una fobia specifica.
In tutti questi casi comunque il meccanismo della fobia consiste nell’associare un preciso stimolo a una emozione negativa di ansia. La persona apprende che la sua ansia è causata da quel preciso stimolo fobico, quindi tener ad evitarlo a ogni costo, limitandosi nel funzionamento sociale e vivendo in uno stato di maggior tensione e paura.
Bibliografia
- Nardone G., 1993 – Paura, Panico, Fobie – Ponte alle Grazie, Firenze
- Nardone G., 2000 – Oltre i limiti della paura – Rizzoli, Milano
- Nardone G., 2003 – Non c’è notte che non veda il giorno – Ponte alle Grazie, Milano
- Nardone G., 2007 – Solcare il mare all’insaputa del cielo – Ponte alle Grazie, Milano
- Nardone G., 2016 – La terapia degli attacchi di panico – Ponte alle Grazie, Milano
- Nardone G., 2013 – Psicotrappole – Ponte alle Grazie, Milano
- https://www.stateofmind.it/2015/03/fobie-psicologia/
- Social anxiety disorder: recognition assessment and treatment; NICE Guideline
- American Psychiatric Association (2014): “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5”. Milano, Raffaello Cortina Editore.