La teoria dell’attaccamento nasce in seguito ad attente e ripetute osservazioni effettuate nei confronti dei bambini, più in generale dei mammiferi, durante i primi anni di vita; il più grande sostenitore e studioso di questa teoria è stato John Bowlby, considerato un tra i più grandi psicoanalisti del ventesimo secolo. La teoria dell’attaccamento propone un nuovo modello psicopatologico in grado di dare indicazioni generali su come la personalità di un individuo cominci ad organizzarsi fin dai primi anni di vita. Fornisce inoltre, un valido supporto per lo studio di fenomeni legati a storie infantili di gravi abusi e trascuratezza, correlate con lo sviluppo di un ampio spettro di disturbi di personalità, sintomi dissociativi, disturbi d’ansia, depressione e abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti.

Il comportamento di attaccamento

Secondo Bowlby la presenza di un pericolo esterno (reale o percepito come tale) o di una vulnerabilità interna, porta il bambino (ma anche l’adulto in forme diverse) a cercare e mantenere la vicinanza di un’atra persona ritenuta in grado di affrontate il mondo in modo adeguato. Questo comportamento, chiamato comportamento di attaccamento, viene messo in atto ogni volta che la persona è spaventata, affaticata o malata, e si attenua quando si ricevono conforto e cure oppure nel caso in cui la vicinanza diventa impossibile. John Bowlby riteneva che l’attaccamento si sviluppasse attraverso diverse fasi a partire dalla nascita, e che si evolvesse in due ampie tipologie a seconda delle risposte date dalla figura di attaccamento (figura materna o un suo sostituto) alle richiese di vicinanza da parte del bambino e dalla loro interazione.

  • Tipo sicuro: il bambino sente di avere dalla figura di riferimento protezione, senso di sicurezza e affetto
  • Tipo insicuro: nel rapporto con la figura di attaccamento prevalgono instabilità, eccessiva prudenza, eccessiva dipendenza, paura dell’abbandono.

Indagare l’attaccamento nei bambini: la Strange Situation

A partire da quanto teorizzato da Bowlby, Mary Ainsworth ideò un valido strumento di indagine, la Strange Situation, per classificare gli stili di attaccamento in modo più specifico. Si tratta di venti minuti di osservazione in cui si trovano in una stanza il bambino, la mamma e un estraneo. A seconda dei diversi comportamenti e le reazioni emotive del bambino in presenza della madre, al momento della separazione da questa ed in compagnia di un estraneo, sono stati individuati tre principali stili di attaccamento:

  • Stile Sicuro: il bambino si fida e si affida al supporto della figura di attaccamento, sia in condizioni normali sia di pericolo. In questo modo, il bambino si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile è determinato dalla presenza di una figura di attaccamento sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a concedergli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede.
  • Stile Insicuro Evitante: questo stile è caratterizzato dalla convinzione del bambino che, alla richiesta d’aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato. Così facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su sé stesso, senza il sostegno degli altri, ricercando l’autosufficienza anche sul piano emotivo.  Questo stile deriva da una figura di attaccamento che respinge costantemente il figlio ogni volta che le si avvicina per la ricerca di conforto o protezione. 
  • Stile Insicuro Ansioso Ambivalente: il bambino non ha la certezza che la figura di attaccamento sia disponibile a rispondere ad una richiesta d’aiuto. Per questo motivo l’esplorazione del mondo è esitante, ansiosa e il bambino sperimenta alla separazione angoscia. Questo stile è promosso da una figura d’attaccamento che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e da frequenti separazioni, se non addirittura da minacce di abbandono, usate come mezzo coercitivo.

Dalle osservazioni derivanti della Strange Situation è emerso che alcuni bambini manifestavano comportamenti non riconducibili a nessuno dei tre pattern descritti. Di conseguenza, è stato definito un quarto stile di attaccamento da parte di Main e Salomon: disorientato/disorganizzato.

  • Stile Disorientato/Disorganizzato: il bambino si mostra disorientato/disorganizzato, ovvero manifesta ansia, pianto, si butta sul pavimento o porta le mani alla bocca con le spalle curve, gira in tondo, manifesta comportamenti stereotipati, e assume espressioni simili alla trance in risposta alla separazione dalla figura di attaccamento. Sono anche da considerarsi casi di attaccamento disorganizzato quelli in cui i bambini si muovono verso la figura di attaccamento con la testa girata in altra direzione, in modo da evitarne lo sguardo.

Tutti i bambini sviluppano entro i primi 8 mesi di vita uno stile di attaccamento, che si completa entro il loro secondo anno. L’indicatore per eccellenza che il legame di attaccamento è stabilito, si identifica nell’angoscia da separazione.

I Modelli Operativi Interni

Con il susseguirsi nel tempo delle esperienze di attaccamento, queste tenderanno a stabilizzarsi e interiorizzarsi nel bambino andando a costituire i modelli operativi interni. I MOI sono costituiti dall’insieme di schemi nati dalla rappresentazione interna delle immagini, emozioni e comportamenti connessi all’interazione tra il bambino e gli adulti significativi. Una sorta di mappa formata da una rappresentazione mentale che il soggetto ha della realtà esterna, l’immagine di sé e gli assunti su come funzionano le relazioni interpersonali. Sulla base di questi schemi, nati dalle prime interazioni con la figura di attaccamento (che possono continuamente essere ridefiniti sulla base dei cambiamenti della realtà esterna e della relazione con la figura di attaccamento), la persona sarà influenzata nelle future relazioni affettive che tenderanno a ripetere la relazione precoce tra il bambino e il genitore.

In conclusione…

Secondo John Bowlby è importante che il legame di attaccamento si sviluppi in maniera adeguata, in quanto da questo deriva un buono sviluppo della persona. Se in età adulta la persona dovesse trovarsi in uno stato di malessere psicologico persistente, stati di angoscia o depressione o, questi potrebbero derivare da periodi in cui la persona ha fatto esperienza infantile di angoscia e distacco dalla figura di riferimento oppure dall’istaurazione di uno stile di attaccamento non sicuro.

Inoltre il modello di attaccamento, sviluppatosi durante i primi anni di vita, diviene un aspetto su cui si fonda l’assetto personologico adulto e influenzerà le relazioni e i rapporti futuri. Uno stile di attaccamento sicuro durante l’infanzia si traduce con maggiore probabilità in relazioni adulte sane, piacevoli e appaganti. 

Bibliografia

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