L’immagine corporea, ovvero la rappresentazione che abbiamo di noi stessi, è fortemente influenzata dai nostri stati interni, che portano alla formazione di una immagine legata a uno stato emotivo. Le emozioni rendono questa rappresentazione mentale positiva o negativa.
Nascita dell’immagine corporea
Il concetto di immagine corporea è stato oggetto d’interesse in primo luogo da parte dei neurologi, ambito in cui nasce tale concetto, e poi dei comportamentisti, che si sono cimentanti nel cercare una chiara spiegazione a tale costrutto.
La definizione più accreditata, e a tutt’ora in uso, è quella che risale a Paul Schilder del 1935:
L’immagine corporea è l’immagine e l’apparenza del corpo umano che ci formiamo nella mente, e cioè il modo in cui il nostro corpo ci appare.
L’immagine corporea, ovvero la rappresentazione che abbiamo di noi stessi, è fortemente influenzata dai nostri stati interni, che portano alla formazione di una immagine legata a uno stato emotivo. Le emozioni rendono questa rappresentazione mentale positiva o negativa.
Inoltre, l’immagine corporea è influenzata da schemi precoci che si generano da quando si è molto piccoli nell’interazione con la figura di attaccamento. Così facendo si ottengono delle immagini interne ricche di significato emotivo e di vissuto relazionale che influenzeranno i comportamenti adulti.
L’immagine corporea e gli altri
Nell’immaginario collettivo con il termine immagine corporea si tende a individuare la propria fisicità, legata al concetto del bello, volta ad attirare l’attenzione dell’altro. Chiaramente, avere una immagine corporea interessante aiuta a mantenere alta la propria autostima aumentando anche il senso di efficacia personale percepito. Di conseguenza, anche le relazioni sociali risultano influenzate da una immagine corporea positiva, incrementando in questo modo lo stato di benessere.
Negli ultimi 30 anni le donne, e anche gli uomini, hanno sviluppato una maggiore attenzione per il proprio corpo che ha portato a non accettarsi semplicemente così come si è, ma a cercare di migliorarsi con l’aiuto dell’esercizio fisico, dell’alimentazione e, perché no, della chirurgia in casi estremi.
Dall’immagine corporea al disturbo alimentare
I soggetti con disturbo dell’alimentazione hanno solitamente un’immagine corporea alterata: infatti sono esageratamente focalizzati sulla forma e sul peso corporeo, tanto che il loro senso di stima personale e la valutazione che danno di sé stessi sono strettamente vincolati alla apparenza fisica. Il corpo rappresenta una sorta di ‘conferma’ della scarsa autostima e viene quindi disprezzato e svalutato.
Alcune persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione non riescono a percepire il loro corpo come realmente è: si sentono grassi anche quando hanno un peso normalissimo o addirittura quando sono gravemente sottopeso.
Come già detto in precedenza questo è il risultato di esperienze individuali e interpersonali, cognitive ed affettive, consapevoli ed inconsce. E’ quindi fondamentale che il trattamento del disturbo dell’alimentazione includa un lavoro rivolto allo studio dell’immagine corporea, in modo che il soggetto possa giungere ad un concetto più realistico e meno vincolante della stessa.